28/08/2016

 

DOMENICA CHE PRECEDE IL MARTIRIO DI SAN GIOVANNI IL PRECURSORE

Anno C Rito Ambrosiano

Nella tua legge, Signore, è tutta la mia gioia

Introduzione

Questa Domenica che precede la festa del Martirio del Precursore del Signore (29 agosto) porta con sé un impegno esigente e rappresenta per il credente un richiamo al dovere della testimonianza della propria fede. Questa testimonianza non può che nascere da un’autentica semplicità di cuore e da una convinta scelta di conversione. «Se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli». La fede è «accoglienza piena di stupore» e «adesione fiduciosa», è insieme «libertà» e «appartenenza», perché «la grazia dell’incontro con Gesù rende possibile a ogni persona esercitare pienamente la propria libertà. La perseveranza nella fede scrive una storia salvata» (card. Angelo Scola).

MESSA NEL GIORNO

RITI DI INTRODUZIONE

ALL’INGRESSO

Gn 2,3; 4,2

Dalla mia angoscia ho invocato il Signore

ed egli mi ha ascoltato.

Ho gridato dal fondo dell’abisso

e tu, o Dio, hai udito la mia voce.

So che tu sei un Dio clemente,

paziente e misericordioso,

e perdoni i nostri peccati.

ATTO PENITENZIALE

Carissimi, radunati attorno all’altare, disponiamo il nostro spirito al pentimento e, per essere meno indegni di accostarci alla mensa del Signore, invochiamo con fiducia la sua infinita misericordia. (Pausa di silenzio)

Tu che sei stato messo a morte nella carne e reso vivo nello Spirito: Kyrie, eléison. Kyrie, eléison.

Tu che ci purifichi da ogni peccato nel tuo sangue: Kyrie, eléison. Kyrie, eléison.

S Tu che sei nostra speranza per questa vita e per la vita eterna: Kyrie, eléison. Kyrie, eléison.

Dio onnipotente abbia misericordia di noi, perdoni i no­stri peccati e ci conduca alla vita eterna.

Amen.

GLORIA

Gloria a Dio, nell’alto dei cieli, e pace in terra agli uomini di buona volontà. Noi ti lodiamo, ti benediciamo, ti adoriamo, ti glorifichiamo, ti rendiamo grazie per la tua gloria immensa, Signore Dio, Re del cielo, Dio Padre onnipotente. Signore, Figlio Unigenito, Gesù Cristo, Signore Dio, Agnello di Dio, Figlio del padre; tu che togli i peccati del mondo, abbi pietà di noi; tu che togli i peccati del mondo, accogli la nostra supplica; tu che siedi alla destra del Padre, abbi pietà di noi. Perché tu solo il Santo, tu solo il Signore, tu solo l’Altissimo, Gesù Cristo, con lo Spirito Santo; nella gloria di Dio Padre. Amen.

ALL’INIZIO DELL’ASSEMBLEA LITURGICA

Preghiamo.

Donaci, o Dio, di cantare le tue lodi con cuore puro e con animo illuminato; tu, che ci vedi tanto spesso feriti dalla colpa, pietosamente risanaci con la tua grazia.

Per Gesù Cristo, tuo Figlio, nostro Signore e nostro Dio, che vive e regna con te, nell’unità dello Spirito Santo, per tutti i secoli dei secoli.

Amen.

LITURGIA DELLA PAROLA

LETTURA

2Mac 6, 1-2. 18-28

Lo scriba Eleàzaro, martire per non dare scandalo ai giovani contro la Legge.

Lettura del secondo libro dei Maccabei.

In quei giorni. Il re inviò un vecchio ateniese per costringere i Giudei ad allontanarsi dalle leggi dei padri e a non governarsi più secondo le leggi di Dio, e inoltre per profanare il tempio di Gerusalemme e dedicare questo a Giove Olimpio e quello sul Garizìm a Giove Ospitale, come si confaceva agli abitanti del luogo.

Un tale Eleàzaro, uno degli scribi più stimati, uomo già avanti negli anni e molto dignitoso nell’aspetto della persona, veniva costretto ad aprire la bocca e a ingoiare carne suina. Ma egli, preferendo una morte gloriosa a una vita ignominiosa, s’incamminò volontariamente al supplizio, sputando il boccone e comportandosi come conviene a coloro che sono pronti ad allontanarsi da quanto non è lecito gustare per attaccamento alla vita. Quelli che erano incaricati dell’illecito banchetto sacrificale, in nome della familiarità di antica data che avevano con quest’uomo, lo tirarono in disparte e lo pregarono di prendere la carne di cui era lecito cibarsi, preparata da lui stesso, e fingere di mangiare le carni sacrificate imposte dal re, perché, agendo a questo modo, sarebbe sfuggito alla morte e avrebbe trovato umanità in nome dell’antica amicizia che aveva con loro. Ma egli, facendo un nobile ragionamento, degno della sua età e del prestigio della vecchiaia, della raggiunta veneranda canizie e della condotta irreprensibile tenuta fin da fanciullo, ma 

specialmente delle sante leggi stabilite da Dio, rispose subito dicendo che lo mandassero pure alla morte. «Poiché – egli diceva – non è affatto degno della nostra età fingere, con il pericolo che molti giovani, pensando che a novant’anni Eleàzaro sia passato alle usanze straniere, a loro volta, per colpa della mia finzione, per appena un po’ più di vita, si perdano per causa mia e io procuri così disonore e macchia alla mia vecchiaia. Infatti, anche se ora mi sottraessi al castigo degli uomini, non potrei sfuggire, né da vivo né da morto, alle mani dell’Onni-potente. Perciò, abbandonando ora da forte questa vita, mi mostrerò degno della mia età e lascerò ai giovani un nobile esempio, perché sappiano affrontare la morte prontamente e nobilmente per le sante e venerande leggi». Dette queste parole, si avviò prontamente al supplizio.

Parola di Dio.

Rendiamo grazie a Dio

SALMO

Sal 140 (141)

Nella tua legge, Signore, è tutta la mia gioia.

Signore, a te grido, accorri in mio aiuto;

porgi l’orecchio alla mia voce quando t’invoco.

La mia preghiera stia davanti a te come incenso,

le mie mani alzate come sacrificio della sera. R.


Poni, Signore, una guardia alla mia bocca,

sorveglia la porta delle mie labbra.

Non piegare il mio cuore al male,

a compiere azioni criminose con i malfattori:

che io non gusti i loro cibi deliziosi. R.


A te, Signore Dio, sono rivolti i miei occhi;

in te mi rifugio, non lasciarmi indifeso.

Proteggimi dal laccio che mi tendono,

dalle trappole dei malfattori. R.

EPISTOLA

2Cor 4, 17 – 5, 10

Il momentaneo peso della tribolazione ci procura una quantità eterna di gioia.

Seconda lettera di san Paolo apostolo ai Corinzi.

Fratelli, il momentaneo, leggero peso della nostra tribolazione ci procura una quantità smisurata ed eterna di gloria: noi non fissiamo lo sguardo sulle cose visibili, ma su quelle invisibili, perché le cose visibili sono di un momento, quelle invisibili invece sono eterne.

Sappiamo infatti che, quando sarà distrutta la nostra dimora terrena, che è come una tenda, riceveremo da Dio un’abitazione, una dimora non costruita da mani d’uomo, eterna, nei cieli. Perciò, in questa condizione, noi gemiamo e desideriamo rivestirci 

della nostra abitazione celeste purché siamo trovati vestiti, non nudi. In realtà quanti siamo in questa tenda sospiriamo come sotto un peso, perché non vogliamo essere spogliati ma rivestiti, affinché ciò che è mortale venga assorbito dalla vita. E chi ci ha fatti proprio per questo è Dio, che ci ha dato la caparra dello Spirito.

Dunque, sempre pieni di fiducia e sapendo che siamo in esilio lontano dal Signore finché abitiamo nel corpo – camminiamo infatti nella fede e non nella visione –, siamo pieni di fiducia e preferiamo andare in esilio dal corpo e abitare presso il Signore. Perciò, sia abitando nel corpo sia andando in esilio, ci sforziamo di essere a lui graditi. Tutti infatti dobbiamo comparire davanti al tribunale di Cristo, per ricevere ciascuno la ricompensa delle opere compiute quando era nel corpo, sia in bene che in male.

Parola di Dio.

Rendiamo grazie a Dio

CANTO AL VANGELO

Mt 18, 7bc

Alleluia.

È inevitabile che vengano scandali,

ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo!

Alleluia.

VANGELO

Mt 18, 1-10

Guai a chi scandalizza uno solo di questi piccoli!

Lettura del Vangelo secondo Matteo.

In quel tempo. I discepoli si avvicinarono a Gesù dicendo: «Chi dunque è più grande nel regno dei cieli?». Allora chiamò a sé un bambino, lo pose in mezzo a loro e disse: «In verità io vi dico: se non vi convertirete e non diventerete come i bambini, non entrerete nel regno dei cieli. Perciò chiunque si farà piccolo come questo bambino, costui è il più grande nel regno dei cieli. E chi accoglierà un solo bambino come questo nel mio nome, accoglie me.

Chi invece scandalizzerà uno solo di questi piccoli che credono in me, gli conviene che gli venga appesa al collo una macina da mulino e sia gettato nel profondo del mare. Guai al mondo per gli scandali! È inevitabile che vengano scandali, ma guai all’uomo a causa del quale viene lo scandalo!

Se la tua mano o il tuo piede ti è motivo di scandalo, taglialo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita monco o zoppo, anziché con due mani o due piedi essere gettato nel fuoco eterno. E se il tuo occhio ti è motivo di scandalo, cavalo e gettalo via da te. È meglio per te entrare nella vita con un occhio solo, anziché con due occhi essere gettato nella Geènna del fuoco.

Guardate di non disprezzare uno solo di questi piccoli, perché io vi dico che i loro angeli nei cieli vedono sempre la faccia del Padre mio che è nei cieli».

Parola del Signore.

Lode a te, o Cristo

DOPO IL VANGELO

Cfr. 2 Mac 1, 24-25. 27a

Signore Dio, Creatore di tutte le cose,

terribile e forte, giusto e pietoso,

tu che solo sei buono, tu che doni ogni cosa,

raduna il nostro popolo disperso.

PREGHIERA UNIVERSALE

Fratelli e sorelle, con amore di figli rivolgiamo a Dio, nostro Padre, le preghiere e i desideri che portiamo nel cuore:

Ascoltaci, Signore nostro Dio!

Per la Chiesa, perché, con la Parola e i Sacramenti, sostenga e alimenti la fede dei suoi figli: preghiamo. R.

Per la nostra società, perché riconoscendo la dignità di ogni persona, promuova il diritto alla libertà civile e religiosa: preghiamo. R.

Per il cardinale Carlo Maria Martini, di cui in settimana ricorre l’anniversario della morte: preghiamo. R.

Per noi, perché, affidandoci all’amore misericordioso del Padre, sappiamo rinnovare l’impegno della nostra testimonianza cristiana: preghiamo. R.

A CONCLUSIONE DELLA LITURGIA DELLA PAROLA

Ti supplichiamo, o Padre, di difendere questa tua famiglia e di conservarle la tua misericordia perché ti sia sempre obbediente e possa gustare la soavità dei tuoi doni. Per Cristo nostro Signore.

Amen.

PROFESSIONE DI FEDE

Credo in un solo Dio, Padre onnipotente, creatore del cielo e della terra, di tutte le cose visibili e invisibili. Credo in un solo Signore, Gesù Cristo, unigenito Figlio di Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli: Dio da Dio, Luce da Luce, Dio vero da Dio vero, generato, non creato, della stessa sostanza del Padre; per mezzo di lui tutte le cose sono state create. Per noi uomini e per la nostra salvezza discese dal cielo,

(Alle parole «e per opera dello Spirito Santo… si è fatto uomo», tutti si inchinano.)

e per opera dello Spirito Santo si è incarnato nel seno della Vergine Maria e si è fatto uomo. Fu crocifisso per noi sotto Ponzio Pilato, morì e fu sepolto. Il terzo giorno è risuscitato, secondo le Scritture, è salito al cielo, siede alla destra del Padre. E di nuovo verrà, nella gloria, per giudicare i vivi e i morti, e il suo regno non avrà fine. Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti. Credo la Chiesa, una santa cattolica e apostolica. Professo un solo battesimo per il perdono dei peccati. Aspetto la risurrezione dei morti e la vita del mondo che verrà. Amen.

SUI DONI

O Dio, che nel pane e nel vino offri all’uomo l’alimento dell’esistenza terrena e i segni del sacramento che nutre e rinnova lo spirito, non lasciarci mancare mai il tuo paterno sostegno.

Per Cristo nostro Signore.

Amen.

PREFAZIO

È veramente cosa buona e giusta, nostro dovere e fonte di salvezza, rendere grazie sempre, qui e in ogni luogo, a te, Signore, Padre santo, Dio onnipotente ed eterno. Mirabile è l’opera compiuta da Cristo tuo Figlio nel mistero pasquale: egli ci ha tratto dalla schiavitù del peccato e della morte alla gloria di proclamarci stirpe eletta, regale sacerdozio, gente santa, popolo di sua conquista per annunziare al mondo la tua potenza, o Padre, che dalle tenebre ci hai chiamato allo splendore della tua luce. Riconoscenti e gioiosi, ci uniamo concordi alle schiere degli angeli che elevano a te il loro inno di lode:

Santo, Santo, Santo… 

ANAMNESI

Mistero della fede.

Annunziamo la tua morte Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta.

ALLO SPEZZARE DEL PANE

Sal 74 (75), 2

Noi ti rendiamo grazie, o Dio;

invocando il tuo nome,

narriamo i tuoi prodigi.

ALLA COMUNIONE

Cfr. Sal 89 (90), 3; Gal 6, 10; Ap 3, 5

«Convertitevi finché è tempo,

figli degli uomini, – dice il Signore –.

E io scriverò i vostri nomi

nel libro del Padre mio che è nei cieli».

DOPO LA COMUNIONE

Preghiamo.

O Dio vivo e vero, che ci hai chiamato a partecipare al santo mistero, memoriale perenne della passione redentrice, fa’ che giovi veramente alla nostra salvezza questo dono mirabile dell’amore di Cristo, tuo Figlio, che vive e regna nei secoli dei secoli.

Amen.

RITI DI CONCLUSIONE

Il Signore sia con voi.

E con il tuo Spirito. Kyrie, eléison. Kyrie, eléison. Kyrie, eléison.

Vi benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e

Spirito Santo.

Amen.