04/02/2018

PENULTIMA DOMENICA DOPO L’EPIFANIA- detta «della divina clemenza»

COMMENTO AL VANGELO di:

 FARINELLA PAOLO prete – S. TORPETE Genova-

P. ALBERTO MAGGI osm- Centro studi biblici di Montefano

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FARINELLA PAOLO prete

da spunti per omelia del 13-6-2013

 il racconto di donne che usano l’olio profumato in onore a Gesù è raccontata in modi diversi in tutti e quattro i vangeli:

in GV   è Maria  , sorella di Lazzaro , che unge i piedi di Gesù e li asciuga con i suoi capelli( Gv 12,3) ,

in MC  (14, 1-9) è una donna anonima  che versa l’olio profumato sul  capo di Gesù , mentre siede alla tavola di un certo Simone , che era stato lebbroso

in MT (26,6-14) il racconto è identico a MC in GV  MC  MT , Gesù fa chiaramente riferimento alla sua prossima morte, 

in  Lc  Il banchetto del Vangelo di oggi non ha un significato particolare perché fa solo da sfondo al gesto dell’unzione. In primo piano stanno la donna, l’olio e Gesù. E Lc vuole mettere in risalto l’importanza del perdono e dell’amore , che  l’uomo ( inteso come umanità indipendentemente dal sesso) è SEMPRE più importante .

Che osservare con scrupolo le regole della religione non significa essere religiosi, perché il comportamento da solo, staccato dalle ragioni del cuore e della fede, è un guscio vuoto pieno di illusioni. Si possono celebrare liturgie sontuose, splendide, perfette esteticamente e celebrare sontuosamente il nulla. Spesso e volentieri si confonde la religiosità come sinonimo di fede, mentre non sempre agli atteggiamenti di religiosità ostentata o semplicemente esteriore corrisponde una disposizione di fede.

Che la religione dei Farisei non è più sufficiente, ora occorre la fede dimessa e quasi timida della prostituta anonima per incontrare il Signore, piangere sui suoi piedi e asciugarglieli con i capelli della nostra gratitudine. In fondo lo aveva già detto ai suoi discepoli: se non vi convertite dalla vostra religione di facciata, le prostitute e i peccatori vi precederanno nel regno dei cieli (cf Mt 21,31).

Che il perdono che Gesù accorda prima di morire ad una donna è un anticipo del dono della sua vita. Il perdono non è un atto di generosità, o di condiscendenza, ma la condivisione della vita che Gesù vive come anticipo della morte violenta che subirà.

Perdonare è offrire in anticipo. Per questo il perdono è un gesto profetico che rende visibile la Presenza di Dio. Gesù perdona una peccatrice senza chiederle nemmeno di pentirsi: è il perdono preventivo.  Gesù scaglia il sasso del perdono gratuito, basato sull’incontro tra persone e la relazione che le lega.

E a Simone, che evidentemente gli tende una trappola,  risponde  con una domanda che nasce  da una parabola :

Parla di due debitori  a cui viene condonato  il loro debito in modo imprevisto : uno a somma corrispondente a 500 giornate di lavoro, mentre l’altro solo a 50 giornate.

“ Chi di loro dunque lo amerà di più?”  e Simone  risponde bene , secondo la legge.

Gesù volutamente intende esasperarne la risposta,  perchè l’ obiettivo di Gesù è far capire di  abbandonare una religione di mercato del genere «tu dài una cosa a me e io do una cosa a te», che è lo scambio tipico di una transazione di prostituzione.

Ci vuole far capire, ad aprirsi ad una fede di libertà, dove il rapporto del cuore e i sentimenti valgono più di tutti gli obblighi e doveri messi insieme.

E ancora una volta si ribaltano i ruoli: la prostituta, abituata a mercanteggiare le sue prestazioni con i clienti, è la donna libera che prova compassione e gratitudine, mentre i farisei, che dovrebbero essere «immagine di Dio» e modelli di fede, sono immersi in una religiosità  dove comprano e vendono Dio e le loro prestazioni in base agli utili che ne possono ricavare.

 Conclusione: La donna che tutti disprezzano, mentre ne abusano, è posta da Gesù sulla mensa della dignità e dell’onorabilità, svelando il segreto stesso della vita: molto le è perdonato perché molto ha amato

 SOLO L’AMORE SALVERÀ IL MONDO E  LE DONNE SANNO MAGGIORMENTE CUSTODIRE L’AMORE PERCHÉ ESSE SONO IL SEGNO PIÙ GENUINO DELLA MATERNA PATERNITÀ DI DIO.

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ALBERTO MAGGI osm- Centro studi biblici di Montefano -

da  omelia del 13-6-2013

 Uno dei farisei lo invitò a mangiare da lui”.  ” Sono tre le volte in cui i farisei invitano Gesù a pranzo e ogni volta Gesù manda loro il boccone di traverso.  I Farisei sono i perfetti osservanti della legge, quelli che osservano attentamente tutti i ben 613 precetti della legge di Mosè –

“Egli entrò in casa del fariseo e si mise a tavola”.    Teniamo presente,  che il pranzo avveniva soltanto tra uomini, solo tra maschi, non c’è nessun segno di cortesia nei confronti di Gesù.

 “Ed ecco una donna, una peccatrice di quella città, saputo che si trovava nella casa del fariseo, portò un vaso di profumo”.  Qualcosa  di inaspettato  sta capitando. Nella casa del fariseo, dove non entra nulla di impuro, nel pranzo dove ci sono solo maschi, ecco la presenza sgradita,  e inopportuna, non solo di una donna, ma di una peccatrice, cioè una prostituta,.

poi si mette dietro presso i piedi di Gesù e comincia a bagnarli con le lacrime, e li cospargeva di profumo” ”.   scrive l’evangelista,  “porta il vaso di profumo”, che serviva per massaggiare i clienti, ; i piedi nell’Antico Testamento hanno sempre un significato molto erotico, sono un eufemismo con riferimenti sessuali, Poi, inaudito, scandaloso, li asciuga con i suoi capelli.

Sappiamo che a quell’epoca le donne andavano sempre velate; erano soltanto le prostitute che portavano i capelli sciolti. E, vedete i capelli era segno di grande erotismo.

“Vedendo questo, il fariseo che l’aveva invitato disse tra sé …”, e usa un’espressione di disprezzo nei confronti di Gesù,“«Se costui fosse un profeta saprebbe chi è e che razza è la donna che lo tocca»”.Non solo! Gli bacia i piedi . E’ una scena scabrosa, veramente è  una scena molto forte. Ed ecco la reazione del pio fariseo.  E l’evangelista con il verbo ‘toccare’ messo in bocca a Simone, un verbo che indica ‘palpare, tastare’, che ha un che di peccaminoso.

«E’ una peccatrice»”, quindi il religioso,  non ha dubbi, è una peccatrice. Gesù si rivolge a Simone ed

“Egli rispose: «Dì pure, maestro»”, ipocrita. Sta giudicando Gesù ma adesso si mette nella condizione del discepolo che vuole apprendere. E Gesù gli racconta una brevissima parabola

Uno gli doveva “cinquanta denari”; la paga giornaliera di un operaio era un denaro, quindi poco più di un mese di stipendio, “e l’altro cinquecento”. Il creditore condonò entrambi, e chiede “chi è

che gli sarà più riconoscente?” “chi lo amerà di più?” Simone risponde  “«Suppongo che sia colui al quale ha condonato di più»”. E Gesù dice, “«Hai giudicato bene»”. E poi ecco l’azione di Gesù.

“Volgendosi verso la donna”, richiama lo sguardo di Simone,,” «Vedi questa donna?»” Non deve vedere la peccatrice, ma la donna. E Gesù fa notare  che Simone non ha compiuto verso Gesù,  l’offerta dell’acqua, che significava accoglienza, il bacio quale segno di benvenuto e il profumo segno di onore.

 Simone non ha compiuto nessuna di queste azioni,ma  la donna le ha compiute in maniera abbondante,

Ed ecco la sentenza di Gesù “«Per questo io ti dico: sono perdonati i suoi molti peccati, perché ha molto amato. Invece colui al quale si perdona poco, ama poco»”.

La peccatrice e il fariseo sono entrambi già perdonati dal Signore, perché il Signore perdona in anticipo, ma soltanto la donna è cosciente di questo perdono ricevuto e soltanto lei, peccatrice, gli dimostra la sua riconoscenza. Il fariseo, che si crede di meritare l’amore di Dio, il perdono di Dio per i suoi sforzi, i suoi meriti, non è cosciente del perdono gratuito.

Quindi l’evangelista vuole dire che questo amore della donna è una conseguenza del perdono.

Gesù, il Signore, prima dimostra il perdono, e poi ecco che mostra le conseguenze.

“Poi disse a lei, «I tuoi peccati sono perdonati»”, cioè sono già stati perdonati.

“Allora i commensali cominciarono a dire tra sé: «Chi è costui»” – anche qui non nominano Gesù e usano questo termine dispregiativo –“«Che perdona anche i peccati?» Cioè chi è costui che sta usurpando il ruolo di Dio? E’ soltanto Dio colui che perdona i peccati.

Ma ecco la conclusione straordinaria, scandalosa, “Ma egli disse alla donna:… “, la donna ha compiuto un sacrilegio, perché una donna impura, una peccatrice, che tocca un uomo, specialmente un uomo di Dio come era Gesù, ha compiuto sacrilegio, ha trasgredito la legge.

Quello che agli occhi della religione è un sacrilegio, agli occhi di Gesù è un’espressione di fede.

Dice Gesù alla donna, “«La tua fede ti ha salvata; và in pace!»”.

Perché Gesù non dice alla donna, come ha fatto all’adultera, “Va e non peccare più”? Perché questa donna non può; non può far altro che continuare il suo mestiere, la sua attività, perché nessuno prende in moglie una prostituta, la famiglia non la riprende, se mai l’ha avuta.

E questo scandalo ha fatto sì che nel VI secolo un papa, Gregorio Magno, fondesse in questa persona ben tre personaggi, la peccatrice anonima -il personaggio anonimo perché chiunque vive questa situazione ci si può rivedere – con Maria, la sorella di Lazzaro, e con Maria di Magdàla. Ecco che nacque da allora, per consolare i benpensanti, la figura della Maddalena pentita.

Però c’è un finale in questo Vangelo che ci fa comprender qualcosa di diverso. Gesù, che viene seguito non soltanto dai discepoli, ma anche dalle donne, cosa incredibile e assurda. Ecco, tutto fa credere che questa donna è stata accolta nella comunità di Gesù e lo ha seguito.